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Un p pi in alto un p pi lontano

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Un pò più in alto un pò più lontano

Guardo negli occhi i santi
e delle aureole faccio trespolo.

L'alba è il mio Natale
il tramonto annuncio d'eterno.

Sulle vostre teste io vivo.

Torno ad ogni solstizio
a cercarle mie tegole,
un pò più sbeccate,
un pò più fragili, come me.

Questo limbo è la mia casa
e quando è notte
piego il capo sotto l'ala
e ascolto...

tu tum, tu tum, tu tum...

Riconosco quel vibrar di tamburo
come le gronde, come le guglie
dei campanili,
che ad ogni spinta d'ali
sfioro ed accarezzo,
riconosco questo posto
e questo profumo,
riconosco te cuore mio,
che ogni giorno mi fai spiegare
le ali per guardare negli occhi
i santi sui campanili.

 Ivan Pozzoni - 05/02/2018 17:44:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Il tuo stile mi incuriosisce

 Loredana Savelli - 09/11/2010 19:49:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Quell’onomatopea "strategica" mi ha fatto pensare un po’ a Pascoli.

 Roberto Perrino - 09/11/2010 19:12:00 [ leggi altri commenti di Roberto Perrino » ]

Un pezzo maturo, concreto e tangibile di poesia. Rappresentazione quasi 3D di voli d’uccelli in una qualche piazza adornata di alte statue di santi, attorno a cui sgomitolare con ali leggere le traiettorie rotonde, e sostare dominando dall’alto il piccolo regno. Riposare con il capo reclinato sotto un’ala, con la ninna-nanna del proprio battito, in attesa del nuovo ciclo, che sia quello di un giorno o di una stagione. Mi e’ molto piaciuto.

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